Altrove

Raccontare gli adolescenti e gli adulti di fronte alla prova del crescere

Foto di Paolo Mazzini

Il progetto

Lo spettacolo nasce da un’idea di Leone Lisé e del gruppo di educatori dell’ufficio SERD che ha espresso il desiderio di mettere a tema cosa voglia dire “crescere a Cremona”. La proposta è stata accolta dallo Spazio AGIO che raccoglie diversi servizi che nella città e provincia di Cremona si occupano di adolescenti. L’incarico di produrre il lavoro artistico è stato quindi affidato alla Compagnia dei Piccoli grazie al contributo di Confcooperative e il coordinamento di Coop. Meraki che ha sostenuto, guidato e organizzato la realizzazione del prodotto artistico fino all’evento del 30 settembre.
Mattia Cabrini, che è autore e regista del testo, insieme a Carolina Griffini, assistente alla regia, hanno effettuato delle interviste con operatori del SERD, del Consultorio, della NPI, dell’Azienda Sociale, del Comune di Cremona – Servizi per i minori, ma anche di Servizi socio educativi come la Ciclofficina La gare des Gars e del doposcuola di Meraki, presso la sede dell’ONLUS Il Cerchio.
Accanto al racconto degli adulti sono stati raccolti anche decine di contributi di adolescenti intercettati presso le scuole secondarie di secondo grado e impegnati come animatori dei Grest negli oratori estivi. L’incontro con gli adolescenti è stato possibile grazie al contributo del progetto “DO IT” all’interno del bando SMART di Regione Lombardia, il cui capofila è Meraki, in partnership con il Comune di Cremona.
L’obiettivo di tale spettacolo è quello di promuovere incontri di riflessione e dibattito per gli adulti su come rendere il territorio più attento ai desideri e ai bisogni dei ragazzi e delle ragazze. Tutto il processo di creazione, dalle interviste iniziali alla messa in scena, è stato documentato dal team di DAVICINO che ne produrrà un documentario.

Lo spettacolo

Un gruppo di adolescenti si trova in uno spazio artificiale dove può sperimentare sotto gli occhi degli spettatori le diverse sfide del crescere. Lo spazio costituisce un vero e proprio laboratorio perché tale è il tempo dell’adolescenza: un laboratorio di costruzione dell’identità.
Essa rappresenta un tempo in cui sperimentare emozioni, gesti, relazioni, conoscenze e scelte di vita. Tali esperienze conoscitive però necessitano di una realtà in cui incarnarsi e non sopravvivono nello spazio asettico dove gli attori agiscono. Tali ragazzi e ragazze hanno bisogno di scuola, famiglia, tempo libero, piazza, parco, musica, città… e quindi faranno di tutto per andarsene altrove. Al termine della vicenda solo alcuni di loro però potranno lasciare questo spazio e il pubblico resterà con quelli che non ce la fanno.
Per il debutto è stata scelta una location particolare: l’ultimo piano dell’autosilo Massarotti, luogo che negli anni del covid è stato rifugio appartato per adolescenti stanchi di sottostare alle regole del lockdown. Terrazza di cemento sulla città che ben rappresenta quell’altrove che i ragazzi e le ragazze cercano.

Note di regia

Da subito mi è stato chiaro che sarebbe stato improprio utilizzare il linguaggio teatrale per una mera fotografia dell’esistente. Se si vuole un’analisi dell’adolescenza di oggi esistono studi e ricerche, pubblicazioni, film e documentari che lo fanno in maniera eccezionale. Se si sceglie di raccontare la vita attraverso il teatro è più interessante andare oltre la realtà e offrire un punto di vista nuovo.
Dopo le numerose interviste svolte l’impressione che ho avuto è che gli adulti di oggi sappiano già molto dei ragazzi dal punto di vista teorico ma appaiono disorientati nella pratica. Incapaci di gestire quel disagio che spesso i comportamenti dei ragazzi generano negli adulti. Lo stesso identico disagio che in fondo è tratto caratteristico dell’esperienza del crescere e che quindi potrebbe diventare incontro per le generazioni. È chiarissimo notare come lo stare con gli adolescenti per l’adulto chiami in causa il proprio passato e lo obblighi a posizionarsi rispetto ad esso. Di fronte al laboratorio dentro il quale gli attori/adolescenti sono rinchiusi sulla scena come diventa lo sguardo dell’adulto? Selettivo e giudicante oppure più simile a quello dello studioso che osserva con curiosità e passione per capire il senso di alcuni comportamenti? Iperprotettivo tanto da sostituirsi a loro nelle sfide quotidiane o disposto ad affiancarli con discrezione, nella difficile sfida di intuire quella giusta distanza che non ne soffochi l’identità e al contempo non li faccia sentire soli?
Ecco perché Altrove è uno spettacolo teatrale per gli adulti e sugli adulti i cui protagonisti sono adolescenti. Se “Il teatro fa da specchio alla natura” – diceva Shakespeare – forse gli adolescenti oggi reggono inconsapevolmente lo specchio agli adulti.

Mattia Cabrini, regista e autore

Crediti

Altrove
Uno spettacolo teatrale per raccontare gli adolescenti e gli adulti di fronte alla prova del crescere

Con:
Maddalena Parma,
Francesca Poli,
Andrea Sangiovanni,
Luca Taino,
Ester Tolomini

Regia:
Mattia Cabrini

Assistente alla regia:
Carolina Griffini

Luci e audio:
Gabriele Pensieri

Video:
Giovanni Cavalieri

Visual:
Paolo Mazzini

1 thought on “Altrove

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *