Don Giovanni

o Cenar col cielo – di Molière

Foto di Paolo Mazzini

Note di regia

Il laboratorio di sperimentazione che coinvolge allievi della Compagnia dei Piccoli e de Il Laboratorio arriva al suo terzo spettacolo. Don Giovanni rappresenta il mito del “Tutto è possibile”. Anche se oggi il grande seduttore non scandalizza forse più nessuno, esso ci provoca proprio sul nostro senso di onnipotenza. L’illusione che caratterizza il nostro tempo di poter fare, essere, raggiungere e ottenere tutto si scontra con una vita che ti pone davanti continuamente delle scelte. Da bambini crediamo che tutto sia possibile, ma progressivamente ci accorgiamo che non è così. La vita ci propone di scegliere e ogni scelta per forza di cose esclude il resto. Questo naturale conflitto interiore si manifesta attraverso la vicenda di don Giovanni non a caso in teatro, luogo dove davvero tutto è possibile, e con degli attori “giovani-adulti” che vivono in prima persona da una parte il sogno di poter diventare ed essere qualsiasi cosa e dall’altra parte la scommessa di dover scegliere percorsi affettivi, lavorativi e di studio che orientano la vita e costano sacrifici. Don Giovanni non vuole scegliere per avere tutto e rimane coerente fino all’inferno dove viene condannato. Rimane infantile e incapace di crescere perché per lui tutto è un gioco, anche lo stesso inferno. Non sono giocattoli invece le donne che seduce e abbandona, che lasciano sulla scena il punto di vista fondamentale di chi viene usato: scarto umano ed effetto collaterale del tutto è possibile. Gli uomini e le donne scelgono perché questa è la vita: una costante e rischiosa scelta. Tutto il resto è una tragica farsa dove neanche il Cielo viene preso sul serio. 

Il progetto

Ai giovani attori e alle giovani attrici viene chiesto tutto: ruoli grotteschi, registri naturali, scene drammatiche e ritmi da commedia, di baciare senza amore, di possedere e lasciar andare, di spogliarsi e di travestirsi per andare in fondo al disagio che solo Don Giovanni sa farti provare. Si vedono allievi e allieve alla scuola di un grande autore come Molière che con coraggio hanno superato tutte le trappole e le crisi del teatro per portare in scena la vitalità di ogni scelta artistica.

La trama

La storia classica si svolge in Sicilia; non vi sono indicazioni a proposito del periodo storico in cui si svolgono le vicende. Don Giovanni ha sedotto, sottraendola al convento, la nobile Elvira, che ha sposato e subito abbandonato. Alla ricerca di nuove conquiste amorose, dopo essere caduto in acqua nel corso di un’avventura galante, il libertino viene salvato dal contadino Pierotto e, in breve tempo, ne conquista la fidanzata, la contadina Carlotta. In fuga dai fratelli di Elvira, che lo cercano per vendicare l’onore offeso della sorella. Carlos, uno dei fratelli di Elvira, persuade il fratello Alonso a rimandare la sua vendetta. Nuovamente scampato ai suoi inseguitori, Don Giovanni s’imbatte nella tomba del Commendatore, un gentiluomo da lui ucciso alcuni mesi prima. In segno di sfida, Don Giovanni invita a cena la statua del defunto, che accetta inclinando la testa. Assediato dai creditori e dal padre, che gli ingiunge di mutare i costumi, Don Giovanni finge di convertirsi, simulando onestà. Riesce in questo modo a ingraziarsi il padre (sperando cinicamente nella sua morte per ottenerne l’eredità) e di sfuggire a Elvira e ai fratelli di lei. Don Giovanni crede di aver ingannato tutti con la sua nuova metamorfosi, ma la statua del Commendatore si presenta a cena e, stringendogli la mano, lo trascina nell’inferno.

Adattamento

La messa in scena è ambientata ai giorni nostri ed è per questo che il pubblico viene accolto durante il matrimonio tra donna Elvira e don Giovanni da un mix di tormentoni dell’estate 2023 che trattano senza pudore il temi del tradimento e della seduzione. Le contadine Carlotta e Maturina diventano due giovani ragazze dell’est Europa che lavorano in un locale di spogliarelliste per poter sopravvivere. Pur rimanendo personaggi comici a tratti diventano commoventi. Le giovani prostitute insieme al mendicante sono rappresentanti di un mondo a cui vengono precluse delle possibilità di scelta dal potere economico di quelli come don Giovanni che si possono permettere ben altre possibilità di vita tra cui scegliere. Il padre di don Giovanni diventa in questa versione una madre per rendere ancora di più intimo e carnale il rapporto genitoriale di un figlio che delude il desiderio di un genitore. La statua del commendatore viene interpretata dal fantasma che è stata vittima di una giovane ragazza che si toglie la vita dopo essere stata abbandonata dal protagonista. Sganarello, servo di don Giovanni, è il personaggio che veniva spesso interpretato da Moliere e attraverso il quale si può ascoltare la voce dell’autore. Esso infatti rimane l’unico personaggio in abiti “storici” con delle battute classiche che hanno il sapore di quella “morale” che puzza di vecchio e che tanto oggi ci infastidisce proprio perché ci tocca sul vivo.

Crediti

Don Giovanni
o Cenar col cielo
di Molière


Un progetto:
Compagnia dei Piccoli
Il Laboratorio

Con:
Veronica Facchetti, Alessandro Gerevini, Mattia Pagliarini, Maddalena Parma, Mariantonietta Parrella, Francesca Poli, Andrea Sangiovanni, Francesca Suppini, Ester Tolomini, Marta Vanoli

Traduzione e adattamento:
Mattia Cabrini

Regia:
Mattia Cabrini e Marianna Bufano

Scenografia:
Giulia Cabrini

Costumi:
Mira Paolillo

Luci:
Marco Rossetti

Visual:
Paolo Mazzini

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